Quella del programmatore è una figura molto richiesta in ambito lavorativo. In un mondo sempre più tecnologico e digitalizzato, il programmatore informatico riveste un ruolo fondamentale, in quanto si occupa dello sviluppo di software che utilizziamo quotidianamente.
Il programmatore ha competenze trasversali, poiché si forma tramite percorsi di studio non standardizzati, necessita di aggiornamento continuo e di un grado di specializzazione elevato. Scopriamo insieme quali sono i percorsi formativi più idonei per poter intraprendere questa strada.
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Cosa studiare per diventare un programmatore
Per diventare programmatore informatico non è necessario possedere una laurea, ma esistono comunque degli iter professionalizzanti da seguire. Un buon inizio potrebbe essere quello di scegliere istituti tecnici a indirizzo informatico, con conseguente ottenimento del diploma da perito informatico. Un’altra strada percorribile potrebbe essere quella di diplomarsi presso un liceo scientifico o istituto a indirizzo scientifico, per poi frequentare un corso per diventare programmatore.
Chi non vuole rinunciare al fantomatico “pezzo di carta” in più, una strada più lunga da percorrere è sicuramente quella della laurea in informatica o ingegneria informatica (3 o 5 anni, dipende se si vuole continuare o meno con la magistrale), ma anche in questo caso occorre poi seguire ulteriori corsi di formazione per specializzarsi in uno o più linguaggi di programmazione. In ogni caso, la laurea non rappresenta uno step obbligatorio. Sarebbe molto più utile affiancare un corso di inglese, così da aumentare ancor di più le probabilità di trovare lavoro in questo settore anche nel resto del mondo.
I linguaggi di programmazione sono la base per chi desidera diventare uno sviluppatore web ed è fondamentale essere competenti in quelli più richiesti: Java, NET Framework (per Windows) e Objective-C (per Apple), ma anche JavaScript, PHP, Phyton e Ruby, che ad oggi sono i linguaggi web più richiesti dalle aziende di tutto il mondo.
Tipologie di programmatori
Un programmatore ha più vantaggi e possibilità rispetto a molti altri lavoratori.
Innanzitutto, data l’alta richiesta del mercato, si può scegliere di diventare freelance realizzando i progetti in autonomia o selezionando i propri clienti. Grazie all’incremento del digitale, è ormai possibile lavorare in smart working, senza il bisogno di recarsi in ufficio, e gestire autonomamente i propri orari di lavoro, puntando sulla qualità dei progetti e non sulle ore effettive. Bisogna però capire bene in quale campo specializzarsi, siccome esistono tre categorie principali di programmatori.
Sviluppatore web (Web Developer)
Gli sviluppatori web rappresentano una categoria di programmatori informatici molto diffusa, e a loro volta possono essere suddivisi in: Front End Developer (che si occupa della parte visibile di un sito), Back End Developer (che si occupa di tutto ciò che c’è “dietro” un sito web) e Full Stack Developer (un professionista completo).
Sviluppatore Software (Software Developer)
Gli sviluppatori di software si occupano proprio della creazione di programmi informatici eseguibili da computer.
Data Scientist
Il Data Scientist si occupa di monitorare, analizzare e interpretare dati scientifici e informazioni. In genere utilizzano il linguaggio di programmazione Python.